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#Washlet: il flop delle super toilette giapponesi in Europa – troppo intelligenti, o troppo simili a lettiere per gatti?


Quando si parla di innovazione tecnologica, il Giappone non è mai da meno, nemmeno quando si tratta di… bagni! I famosi #Washlet, quelle toilettes iper-tecnologiche che sembrano più un’astronave che un semplice WC, sono state accolte con entusiasmo in Giappone. Sedili riscaldati, getti d’acqua personalizzabili, asciugatori, deodoranti automatici e persino “canzonette” per mascherare i rumori: una vera e propria esperienza high-tech. Ma quando queste toilettes sono arrivate in Europa, le cose non sono andate proprio come previsto. E, forse, una delle ragioni è che somigliano un po' troppo alle #lettiere automatiche per gatti – quei dispositivi super avanzati che si puliscono da soli e profumano l’ambiente senza farci alzare un dito. Se questa tecnologia è accettata dai nostri amici felini, siamo davvero pronti ad accoglierla nei nostri bagni?


Un bagno futuristico… o un po' inquietante?

I Washlet sono senza dubbio un piccolo miracolo tecnologico. In Giappone, l'idea di un WC "intelligente" non sembra strana: il bagno è un luogo quasi sacro, dove comfort e igiene vengono messi al primo posto. Sedili riscaldati, getti d’acqua regolabili (e anche riscaldabili!), deodoranti automatici, e nei modelli più avanzati sensori di movimento, luci soffuse e musica di sottofondo. Ma quando queste toilettes sono sbarcate in Europa, la situazione è cambiata. Mentre gli utenti giapponesi si sentono coccolati da questa tecnologia, molti europei hanno reagito con un sorriso imbarazzato e un'espressione di disorientamento.


Un’indagine dell’azienda giapponese TOTO ha rivelato che il 60% degli europei ha trovato i Washlet "confusi" e "difficili da usare". La colpa? Troppi pulsanti, troppe opzioni e un telecomando che sembra più quello di una navetta spaziale che di un semplice WC. Un'interfaccia con una dozzina di simboli poco chiari ha fatto sentire molti come se stessero cercando di decifrare una lingua aliena. E così, l'entusiasmo iniziale è stato rapidamente sostituito dalla frustrazione.


Il panico da pulsanti: aneddoti esilaranti

E come se non bastasse, l'uso di un Washlet può trasformarsi in un’avventura inaspettata. Ricordate la povera turista parigina che ha premuto il pulsante sbagliato e si è trovata inondata da un getto d’acqua mentre era ancora in piedi? O quel turista tedesco che ha chiamato la reception per lamentarsi del "canto" proveniente dal WC, convinto che ci fosse un guasto, mentre in realtà il "canto" era solo un sistema di deodorante automatico? I receptionist, sempre più esperti in tecnologie da bagno, hanno dovuto spiegare che il suono proveniva semplicemente da una funzione di mascheramento dei rumori – ma a quanto pare, i turisti non erano ancora pronti per un WC che canta.


Un problema culturale… e "felino"

Alla fine, forse, la questione è più culturale che tecnica. In Europa, siamo più abituati a un'esperienza di bagno veloce, funzionale e senza troppi fronzoli. Non c’è bisogno di un telecomando, né di pulsanti per regolare ogni aspetto dell’esperienza. Il nostro approccio al WC è pratico, senza troppe sorprese tecnologiche. Dall’altro lato, in Giappone il bagno è visto come un luogo di tranquillità, quasi un piccolo rifugio benessere. L'idea di un WC che ci coccola con il calore del sedile, il getto d’acqua personalizzabile e l’asciugatura automatica è vista come un plus. Ma noi europei non siamo ancora pronti per un’esperienza così "intima" e "interattiva" con il nostro bagno.


E se ci pensiamo, questa tecnologia avanzata ci ricorda più una lettiera automatica per gatti che una semplice toilette. Pensateci: le lettiere per gatti automatiche fanno tutto per loro – puliscono, profumano, e a volte addirittura "compensano" i bisogni felini. Un po' come fa un Washlet, che si prende cura di ogni nostra necessità… forse troppo. Il parallelo, puramente ironico, fa sorridere, ma è anche un buon modo per riflettere su quanto la tecnologia possa sembrare "invasiva" quando si applica a situazioni che consideriamo molto personali, come il bagno.


Un futuro di compromessi?

Nonostante il flop iniziale, c’è ancora chi crede che i Washlet possano trovare il loro posto anche in Europa, ma probabilmente in una versione più "soft". Le aziende giapponesi stanno già lavorando a modelli semplificati, con interfacce più intuitive e funzionalità di base, per venire incontro ai gusti e alle necessità degli utenti europei. Magari, un giorno, anche noi potremmo apprezzare un po' di comfort tecnologico nel nostro bagno. Ma per ora, probabilmente, la maggior parte di noi continuerà a restare fedele al nostro "buon vecchio WC" – senza sensori, senza pulsanti misteriosi e, soprattutto, senza il rischio di un getto d’acqua improvviso.


In conclusione, i #Washlet sono senza dubbio una grande innovazione, ma forse sono un po' troppo intelligenti per i nostri bagni. E se alla fine non riusciamo ad adattarci, possiamo sempre tornare alla nostra amata lettiera automatica per gatti – quella sì che fa tutto da sola!

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