Quando la Moda Uccide 💀
- WomynTales
- 15 ott 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 19 ott 2024

Care lettrici, la moda, da sempre, ha avuto un impatto significativo sulle nostre vite. Non solo ci permette di esprimere la nostra personalità, ma, come ben sappiamo, nel corso della storia ha anche messo a dura prova la salute delle donne. Da pratiche antiche e dolorose come il corsetto e le creme sbiancanti a base di piombo e arsenico, fino agli standard di bellezza anoressici del nostro secolo, la moda ha spesso attentato al nostro benessere, fisico e mentale.
Se pensiamo al passato, uno degli esempi più emblematici è sicuramente il corsetto. Avete mai visto quelle immagini di donne strette in corsetti così rigidi da non poter respirare correttamente? Era un capo indossato per modellare il corpo femminile secondo gli ideali di bellezza dell’epoca, ma la verità è che causava danni enormi alla salute. Gli organi interni venivano letteralmente spostati, provocando difficoltà respiratorie, svenimenti e problemi digestivi. Alcune donne sviluppavano deformazioni alla colonna vertebrale o problemi cardiaci. Ma l'ideale del "vitino da vespa" era considerato così desiderabile da giustificare ogni sacrificio.
E non è tutto. Pensate alle creme sbiancanti usate nel XIX secolo, fatte con piombo e arsenico. Questi prodotti promettevano di schiarire la pelle, ma invece avvelenavano lentamente le donne che li usavano, causando gravi danni alla pelle e, in molti casi, alla salute generale. L'ironia? L'incarnato pallido era visto come un segno di nobiltà e raffinatezza. Ancora una volta, la moda spingeva le donne a mettere in pericolo la propria vita per conformarsi agli standard dell'epoca.
E come dimenticare la terribile pratica di "bendare i piedi" nella cultura cinese? Per secoli, le giovani ragazze erano costrette a subire questo rituale doloroso che prevedeva di legare strettamente i piedi per impedirne la crescita naturale. Un piede piccolo era considerato estremamente attraente e femminile. Questa tradizione crudele ha lasciato generazioni di donne con deformazioni, dolore costante e una vita di limitata mobilità.
Ma i corsetti e le creme tossiche non sono solo un ricordo del passato. Oggi, il "corsetto" del nostro tempo è l'ideale di magrezza estrema, quello stereotipo anoressico che per anni ha dominato il mondo della moda. Negli anni ’90 e 2000, il corpo magro al limite dell’anoressia è stato elevato a standard di bellezza assoluto. Pensiamo alle immagini delle modelle di quell’epoca, così esili da sembrare fragili. Kate Moss, con la sua celebre frase "nothing tastes as good as skinny feels" (niente è buono quanto essere magra), divenne l’icona di questo movimento. Ma quante di noi, guardando quelle immagini, si sono sentite inadeguate?
Questa tendenza ha colpito duramente le giovani donne, creando una vera e propria crisi di autostima e salute. L’anoressia nervosa, tra i disturbi alimentari più letali, ha raggiunto tassi spaventosi in quegli anni. Le statistiche parlano chiaro: milioni di donne nel mondo hanno sofferto o soffrono di disturbi alimentari causati dalla pressione di conformarsi a un ideale di bellezza irrealistico. La bellezza, invece di essere una celebrazione della nostra unicità, è diventata una gabbia in cui molte si sono ritrovate prigioniere.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa il 30% delle ragazze tra i 10 e i 14 anni negli Stati Uniti abbia seguito una dieta per perdere peso. Questi numeri sono spaventosi. La pressione a essere magre non ha solo influito sul nostro rapporto con il cibo, ma ha anche intaccato profondamente la nostra salute mentale. Depressione, ansia, bassa autostima sono solo alcune delle conseguenze di questa ossessione per la magrezza.
Fortunatamente, il panorama della moda sta cambiando. Brand come Savage X Fenty di Rihanna e iniziative di body positivity stanno cercando di promuovere un'immagine più inclusiva e realistica della bellezza. Ma c'è ancora molta strada da fare. Le immagini perfettamente filtrate sui social media continuano a suggerire un ideale inarrivabile, mantenendo viva quella vecchia ossessione per la magrezza estrema.
Oggi, la moda ha il potenziale per essere un vero strumento di empowerment. Pensiamo al wrap dress di Diane von Fürstenberg, un abito che ha rivoluzionato il modo in cui le donne si vestono, esaltando la loro femminilità senza costrizioni. Il messaggio che dovremmo cogliere da questo nuovo capitolo della moda è che dobbiamo smettere di lasciarci definire da standard imposti. La nostra bellezza non dipende dal nostro peso o dalla taglia dei nostri vestiti. Dobbiamo ricordare che la moda non dovrebbe mai compromettere la nostra salute, né fisica né mentale. La nostra bellezza non risiede nel sacrificio o nella sofferenza, ma nella nostra autenticità. Non siamo più schiave dei corsetti, delle creme velenose o degli ideali di bellezza irraggiungibili. Il vero potere sta nell’amare noi stesse per quello che siamo, con tutti i nostri difetti e le nostre imperfezioni.
La moda, come la vita, dovrebbe essere vissuta con libertà e consapevolezza. Quindi la prossima volta che indossate un abito, ricordatevi che il capo più bello che potete indossare è l’autostima. Prendiamoci cura di noi stesse, del nostro corpo e della nostra mente, e lasciamo che la moda sia un mezzo per celebrare chi siamo davvero, non uno strumento per schiacciarci sotto il peso di aspettative irrealistiche.
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