top of page

Moda, Casa e Chiesa: Il Fenomeno #Tradwife, o Come Tornare a “Casa nella Prateria” con un Filtrino Vintage


donna anni 50 collega a tiktok

Se pensavate che la figura della casalinga anni '50 fosse scomparsa con la liberazione femminile e Netflix, preparatevi a ricredervi. È il 2024 e TikTok ha riportato in auge una tendenza tanto retrò quanto controversa: il movimento delle tradwife. E no, non si tratta di una celebrazione ironica dei tempi di “Casa nella Prateria”, ma di un vero e proprio manifesto che promuove una visione in cui la donna trova la sua realizzazione esclusivamente nelle mura domestiche, tra torte e detersivi.


#Tradwife 2.0: Una Casa nella Prateria in Alta Definizione

Le moderne tradwife non sono solo casalinghe: sono protagoniste di un perfetto melodramma domestico rivisitato in chiave social. Dai filtri vintage di Instagram ai reel su TikTok, mettono in scena una quotidianità ideale che sembra uscita da un catalogo retrò. Più che autentiche “Laura Ingalls”, però, somigliano a una parodia pastellata delle famiglie perfette che esistono solo nei sogni o... nei post sponsorizzati.

Dietro la facciata impeccabile, c'è un messaggio ben preciso: la donna non sarebbe destinata a fare carriera o a inseguire l’indipendenza, ma a prendersi cura della casa, dei figli e, naturalmente, del marito. È qui che il fenomeno supera la semplice estetica per diventare ideologia. Il loro manifesto non è solo un invito a riscoprire la domesticità, ma un attacco diretto a femminismo, modernità e inclusività, che vengono dipinti come nemici del “vero” benessere familiare.


Quando la Nostalgia si Fa Ideologia

Ciò che rende il movimento delle tradwife così interessante – e inquietante – è la sua natura ibrida: un mix tra nostalgia e strategia politica conservatrice. Le tradwife non si limitano a cucinare dolci e a stirare camicie; lo fanno con la convinzione che rappresenti una forma di resistenza contro la “cultura woke” e la modernità. Dietro a ogni cupcake decorato, sembra esserci il messaggio: “La donna è felice solo nel suo ruolo tradizionale.”


In un mondo che ha fatto passi da gigante per offrire scelte e libertà alle donne, la proposta delle tradwife appare come un salto all’indietro. Ma il vero problema non è tanto il desiderio di alcune donne di dedicarsi alla casa – che può essere una scelta rispettabile e appagante – quanto il tentativo di trasformare questo stile di vita in un modello unico e “corretto”.


L'Industria del Tradwife: Tra Moda e Marketing

Come ogni trend che si rispetti, il fenomeno tradwife è già stato abbracciato dai brand. Dai grembiuli rétro agli elettrodomestici dal design vintage, tutto è confezionato per vendere il sogno di una casa perfetta. Marchi di moda e prodotti per la casa hanno fiutato l’affare, trasformando il movimento in un’opportunità di marketing. I social media pullulano di linee d’abbigliamento “retro-chic” e accessori per la casa che promettono di rendere ogni angolo di vita più “autenticamente tradizionale”.


Questa commercializzazione non fa altro che amplificare il messaggio: non si tratta solo di scegliere uno stile di vita, ma di comprare un’identità. E con essa, un pacchetto di valori che sa di passato ma profuma di nuovo.


Conclusione: Stereotipi 2.0

Alla fine, il fenomeno delle #tradwife solleva una domanda cruciale: quanto è davvero libera questa scelta? Prendersi cura della casa e della famiglia non è sbagliato, ma ridurlo a un dogma ideologico è un problema. Sotto il fascino vintage, si nasconde una visione stereotipata e limitante del ruolo della donna. Il rischio è che, dietro alla patina social, le donne vengano spinte verso un modello rigido che cancella decenni di conquiste.


Forse la vera rivoluzione non è scegliere tra carriera e casa, ma poter vivere entrambe le dimensioni – o nessuna delle due – senza sentirsi giudicate. E magari ricordare che una torta al forno non è meno deliziosa se preparata da un uomo.

Comentarios


Logo Womyn Tales Blog

Iscriviti alla Newsletter

Contattaci

bottom of page