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Il Futuro del #MadeInItaly sotto il Nuovo Governo Trump 2.0: Previsioni e Contraddizioni


#Made in Italy durante il Governo Trump 2.0.

Cari lettori,

Con le elezioni del 2024 ormai alle spalle e Donald Trump di nuovo alla Casa Bianca, il mondo della moda si trova a riflettere su come questo nuovo mandato influenzerà il nostro amato #MadeinItaly. Trump, con il suo approccio protezionistico e conservatore, ha sempre avuto un rapporto complesso con il commercio internazionale. Tuttavia, c’è un’ironia che non possiamo ignorare: nonostante le sue politiche spesso rigide, sia lui che la sua elegante moglie Melania sono noti per il loro amore per i marchi italiani di lusso.


Immaginate la scena: da un lato, Trump che impone dazi e restrizioni per proteggere l’economia americana; dall’altro, lui e Melania che sfoggiano abiti di Gucci, Prada e accessori di Ferragamo. È una contraddizione affascinante e un po’ ironica, non trovate?


In questo articolo, esploreremo le possibili sfide e opportunità che il Made in Italy potrebbe affrontare sotto il nuovo mandato di Trump. Vi invitiamo a unirvi a noi in questa previsione, analizzando come i settori del lusso, dell’agroalimentare e della tecnologia potrebbero navigare tra le onde di un protezionismo crescente. E chissà, forse scopriremo che, nonostante tutto, il fascino e la qualità del Made in Italy continueranno a brillare anche nei momenti più incerti.

Pronti a fare un tuffo nel futuro della moda italiana? Continuate a leggere e scopriamolo insieme!



Durante la presidenza di Donald Trump (2017-2021), il “Make America Great Again” ha comportato un approccio protezionistico, mirato a sostenere l’economia statunitense con dazi e misure punitive su importazioni da paesi considerati concorrenti. L’obiettivo era incentivare la produzione interna, ma le politiche attuate hanno avuto un effetto complesso sul commercio globale, colpendo anche settori non direttamente coinvolti nelle dispute commerciali, come quello del lusso e della moda.


Nel 2019, ad esempio, il settore vinicolo e agroalimentare italiano ha subito penalizzazioni a causa di dazi imposti su alcuni prodotti europei in risposta alle dispute tra Stati Uniti e Unione Europea sui sussidi ad Airbus. Questi dazi hanno inciso negativamente sul Made in Italy, in particolare su prodotti agroalimentari come vino, olio d’oliva e formaggi, fondamentali per l’export italiano negli USA.



Campagna 2024: Il ritorno del protezionismo?

La campagna del 2024 di Trump sembra in linea con il messaggio di difesa dei lavoratori americani e del rilancio dell’economia interna. È probabile che durante questo secondo mandato, mantenga o addirittura intensifichi le misure protezionistiche. Alcuni punti chiave della sua piattaforma elettorale, come la riduzione delle importazioni cinesi e il rafforzamento della produzione americana, suggeriscono che anche i paesi alleati come l’Italia potrebbero trovarsi di fronte a restrizioni, sebbene mirate.


Un elemento interessante da monitorare sarà l’approccio che Trump adotterà verso i prodotti europei. Se da un lato, in passato, ha favorito un rialzo dei dazi, dall’altro il Made in Italy rappresenta un’eccezione per il mercato statunitense, con una domanda alta e costante, specialmente nei settori di alta qualità e di lusso. Trump, noto per il suo interesse per l’estetica e il lusso, potrebbe lasciare intatto questo mercato per il Made in Italy, per non scontentare consumatori e aziende che apprezzano fortemente i prodotti italiani.



Impatto per il Made in Italy: Opportunità e Sfide

Ecco i principali fattori che potrebbero caratterizzare il futuro del Made in Italy con la il secondo mandato di Trump:


  • Settore del lusso e moda: È poco probabile che vengano imposti dazi significativi su prodotti di lusso e moda, settori in cui l’Italia è leader globale. L’esclusività di marchi italiani come Gucci, Prada e Ferrari li rende meno soggetti alle fluttuazioni delle politiche protezionistiche. Anzi, potrebbero beneficiare di una maggiore domanda negli USA, poiché Trump sostiene una classe media in crescita che potrebbe essere attratta dai beni di lusso.


  • Agroalimentare: Il settore agroalimentare potrebbe invece affrontare maggiori sfide, soprattutto in relazione a dazi su prodotti come vino, olio e formaggi, che già in passato hanno subito penalizzazioni. È possibile che, per ridurre l’import di beni considerati non essenziali, vengano imposti nuovi dazi, ma molto dipenderà dalle relazioni diplomatiche tra Washington e Bruxelles.


  • Tecnologia e innovazione: Se l’Italia riuscisse a posizionarsi con prodotti tecnologicamente avanzati e innovativi, potrebbe trovare sbocchi anche all’interno di un’economia americana più chiusa. La crescente attenzione americana per l’autonomia energetica e la sostenibilità potrebbe infatti aprire opportunità per le aziende italiane attive nel settore green tech, nella produzione di energia rinnovabile o nella mobilità sostenibile, che trovano corrispondenza nei piani di transizione energetica.


  • Automotive: Anche l’industria automobilistica di lusso italiana, con marchi come Ferrari e Lamborghini, potrebbe subire l’impatto di eventuali nuove imposte. Tuttavia, dato il target elevato e di nicchia, è poco probabile che queste vetture siano penalizzate pesantemente. Trump ha dimostrato un certo favore verso i beni di lusso, e questo potrebbe mitigare eventuali misure restrittive su questo settore.



Prospettive e Strategie per il Made in Italy

Per affrontare le possibili difficoltà, le aziende italiane potrebbero adottare le seguenti strategie:


  • Diversificazione dei mercati: Puntare su altri mercati come l’Asia e il Medio Oriente potrebbe essere una mossa strategica, riducendo la dipendenza dagli USA.


  • Incremento della produzione locale: Alcuni brand italiani potrebbero considerare di stabilire produzioni locali negli Stati Uniti per evitare l’impatto di potenziali dazi e aumentare la loro competitività.


  • Marketing del “Valore Made in Italy”: Rafforzare il valore e l’unicità del Made in Italy, sfruttando la reputazione di qualità, artigianalità e sostenibilità per consolidare la lealtà del consumatore americano verso i prodotti italiani.



Il futuro del Made in Italy, in questo nuovo mandato di Trump 2.0, rimane incerto e potrebbe essere influenzato da un aumento delle politiche protezionistiche. Tuttavia, il forte apprezzamento del consumatore americano per il Made in Italy, specialmente nei settori di lusso e qualità, potrebbe in parte attenuare l’impatto di nuove tariffe. Una preparazione strategica, focalizzata su diversificazione dei mercati e investimenti nell’innovazione, sarà cruciale per il successo italiano negli USA anche in uno scenario più competitivo.


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